Luca presentaci la squadra e il coaching staff
Il team Underdogs (termine sportivo inglese che indica gli sfavoriti) è composto dall’unione di due squadre geograficamente vicine: Fenici Ferrara e Neptunes Bologna.
Il coaching Staff è composto da Luca Orlandi (O-Line & D-Line Coach) di casa Aquile,
da Francesco Muzzioli (QB e WR Coach & Offensive Coordinator) di casa Neptunes,
da Giacomo Sacco (DBs e LBs Coach  & Defensive Coordinator) e da Luca Borra (RBs Coach & Head Coach).
Il mio ruolo, quello di capo allenatore, in realtà è più un ruolo di gestore delle risorse, sia di quelle in campo che di quelle in sideline, anche perché la mia esperienza di allenatore è più o meno la stessa di quella degli altri compagni d’avventura.
A noi si aggiunge Simona Venturi (Neptunes) come dirigente e Team Manager.
Come nascono le Underdogs
La squadra nasce dalla forte volontà di entrambe le società di creare una realtà solida, che possa allenarsi in modo “professionale” e che abbia dei numeri a roster che siano degni del campionato a cui partecipiamo. Il progetto, quello studiato a tavolino, puntava ad avere 25 giocatrici e di poter reclutarne delle altre.
Ora, a campionato ormai alla fine, il roster si è ridotto a meno di 20, causa infortuni e defezioni. La possibilità di allenarci più volte alla settimana in condizioni di 7vs7 è di sicuro l’arma vincente che solo noi in italia possiamo avere, e tutto sommato questo sforzo sta ripagando le aspettative.
Qual è stato il cammino in campionato a oggi
Il campionato, che quest’anno vede iscritte 4 squadre (One Team Mi-Vr, Sealignhts Sv, Marines Rm, Underdogs Bo-Fe) nella formula girone all’italiana andata e ritorno, è un torneo che sin dalla partenza non aveva molti segreti. La formazione pluri campione di One Team Mi-Vr era ed è ancora la squadra da battere, con la loro punta di diamante Ilaria Adami che è davvero molto forte e, se possibile, ancora più in forma dell’anno scorso.
Ad un team quasi perfetto si è aggiunta il LB Karen Corcetta che lo scorso anno ho avuto il piacere di allenare, e che ha dato di sicuro una incredibile spinta di qualità ad una difesa che già era forte.
Dal canto nostro, le Underdogs, sono una squadra dal potenziale infinito, colma di individualità di pregio, che pian piano sta crescendo e si sta portando al livello che si merita.
Il campionato, le cui sorti della regular season erano già scritte sin dall’inizio, ha confermato che le due squadre One Team e Underdogs sono quantomeno allo stesso livello, con un pari numero di vittorie e sconfitte, con statistiche praticamente identiche (anche se le Underdogs sono avanti sia in total offense che in total defense).
Nota molto positiva per le Underdogs è il fatto che il trend è in crescita, che la squadra sta migliorando di partita in partita subendo meno in difesa e mantenendo più il controllo della palla in attacco.
Basti pensare che all’andata vs Roma il team ha segnato meno e subito un TD, al ritorno ha segnato di più e subito 0 punti. Stessa cosa contro One Team, all’andata abbiamo perso, subendo 3 TD e segnandone
1 solo, al ritorno abbiamo vinto segnando un TD e subendone 0. Insomma il trend è decisamente positivo.
Come nasce l’importante vittoria su one team
La vittoria contro One Team, analizzandola nel dettaglio, è stata costruita da tre importanti fattori specifici più un fattore di squadra molto speciale:
a) la capacità dell’attacco di tenere a lungo possesso della palla, permettendo così alla difesa di prendere fiato e di avere il tempo di aggiustare eventuali sbavature;
b) la presenza in difesa del LB Iara Zanna (assente alla partita di andata) è stata sicuramente un aiuto notevole in termini di aggressività e grinta in campo;
c) il lavoro dei DBs Chiara Mingozzi e Marta Brusa è stato molto più efficace rispetto alla partita di andata e la differenza si è vista eccome!
Fattore speciale: il team Underdogs ha dato dimostrazione di vero lavoro di squadra forse per la prima volta nel campionato. In attacco i blocchi hanno funzionato abbastanza bene, la linea ha fatto la sua parte e tutte le giocatrici hanno spinto fino alla fine. In difesa, e questa è la notizia più bella, tutte le giocatrici hanno partecipato con intensità e determinazione, tanto che, a differenza di quanto era successo nella partita di andata, quando il loro RB rompeva il primo placcaggio, ne arrivava un secondo, poi un terzo, a volte le ragazze dei Coach Sacco e Orlandi erano in 4 o 5 sul placcaggio, quello che in gergo tecnico si chiama Team Tackling o Gang Tackling, arma che è assolutamente necessaria per affrontare una runner del calibro di Ilaria Adami.
Le tue previsioni sul finale di stagione
Il finale di stagione: domenica affronteremo le Sealights a Savona, in una partita che dal punto di
vista del risultato non conta nulla, ma che è molto importante per noi per preparare mentalmente la finale. Il 7 Luglio, allo stadio Menti di Vicenza, affronteremo nel V Rosebowl, le One Team per la terza volta nella stagione. Inutile dire che la partita sarà di sicuro imprevedibile, tanto noi quanto loro abbiamo la possibilità di vincere. Di sicuro la differenza la farà la squadra che sbaglierà meno.
Il football insegna, non vince il più forte, ma chi gioca meglio.
Situazione del football femminile in Italia e scenari futuri
Il Tackle Football Femminile in Italia. Onestamente, per come la vedo io, il Tackle Football Femminile in Italia è destinato a collassare se non si corre subito ai ripari. Le società fanno sforzi che sono spesso paritetici a quelli di un campionato giovanile se non addirittura a quelli di un campionato di CIF9, avendo però poche atlete e poche squadre iscritte.
Sommato a questo, la Federazione non sta lavorando bene, continua ad essere completamente slegata dalle società, porta avanti programmi avulsi dalla nostra realtà e gli stessi settori femminili (Flag e Tackle Senior) sono ancora sovrapposti, tanto che alcune delle nostre atlete sono “costrette” a scegliere di giocare da una parte o dall’altra facendo ovviamente male entrambe le cose.
In ultimo, e questo è colpa delle singole dirigenze societarie, il programma Tackle Femminile è considerato meno di un torneo parrocchiale all’oratorio di quartiere, e quindi le atlete che si avvicinano al movimento trovano spesso realtà non all’altezza della situazione, società che trascurano i dettagli e le condizioni di allenamento o di gioco che non sono degne di un campionato Senior Nazionale.
Tutte queste cose fanno sì che il programma Tackle Football Femminile sia il SOLO programma della FIDAF in recessione, e secondo me l’unica via di uscita da questo vortice che sta facendo affondare la nave, va ricercata in un solido e tangibile sforzo da parte della Federazione che congiuntamente alle Società deve assolutamente porre degli obiettivi di crescita a medio-lungo termine mettendo in gioco veri e propri “premi produzione” in maniera da stimolare attivamente le varie dirigenze delle società affiliate.
Un’ultima cosa che vorresti aggiungere
Ci tengo moltissimo a ringraziare la famiglia Mingozzi e il nostro partner Carrozzeria Corona che da anni supportano il progetto femminile con determinazione e con grandi sforzi economici, e vorrei ringraziare

anche il Dottor Stephen Cavallino che da sempre ha assistito e curato tutte le atlete della squadra.   
Il loro aiuto è parte fondamentale del nostro programma.