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La sfida dei volatili

 

Aquile Ferrara Vs Seagulls Salerno Finale di Silver League Civitanova 2003

Nel 2003 le Aquile parteciparono al campionato di Silver League, nella formula a 11 giocatori e con la possibilità di schierare un solo americano in campo, a differenza della Golden League che poteva schierarne 3. Il campionato, per quanto fosse quello di seconda serie, era un campionato molto fisico, con squadre davvero toste. Noi Aquile ci aggiudicammo il titolo di North Conference e i Seagulls quello di South Conference.

La due finali di Golden e Silver, quell’anno, si disputavano nello stesso stadio, a Civitanova Marche, in un campo davvero bello, con un manto verde intenso e un sole ancora più intenso. Ovviamente la finale della Silver si disputava al pomeriggio, mentre quella della Golden si giocava la sera.

 

Noi Aquile, reduci da un recente passato di amare sconfitte alle fasi finali (perdemmo due Italian Bowl nel 1999 coi Gladiatori, nel 2001 coi Falcons e una finale di Silver League con i Frogs nel 2002), questa volta non volevamo proprio perdere e decidemmo di comune accordo con la società di partire un giorno prima e di pernottare vicino Civitanova. Quella per me fu la prima vera grande “trasferta” con i miei compagni di squadra, non che non avessimo mai viaggiato assieme, ma dormire in stanza coi ragazzi era qualcosa di nuovo, qualcosa che presagiva un approccio psicofisico ben diverso.

In effetti la gita divenne davvero interessante, andammo a cena assieme e poi tutti a nanna.

Sono sicuro che ognuno di noi abbia memoria delle chiacchere fatte quella notte prima di addormentarsi, ed io ricordo bene i racconti che mi tenevano sveglio: erano racconti di “preistoria” del football narrati dal fondatore del movimento, il grande e appassionato Umberto Landini.

“Umbe”, si perché di “Lando” ce ne sono 3, è un precursore dello Spaghetti Football nonché uno dei fondatori delle Aquile Ferrara, quindi vi lascio immaginare quanti aneddoti o racconti poteva avere in serbo per noi quella sera!

Mi addormentai sognando azioni di football e mi svegliai allo stesso modo. Figurarsi che sogni che devo aver fatto quella notte!

La mattina ci trovammo a far colazione tutti assieme e terminate le pratiche del check-out salimmo sul pullman direzione stadio.

 

La tensione iniziava a salire, la testa frullava schemi e le domande al Coach erano sempre le stesse. Quella stagione, in cabina di regia giocava, per il terzo anno consecutivo, Mark Justine Brooks, QB inventato, proveniente dall’Università dell’Arizona Phoenix, per la quale giocava a Baseball come Pitcher e a Football come Cornerback. Ovviamente da noi lui avrebbe potuto giocare ovunque, QB, Linea, Ricevitore, Safety…insomma era un pazzo scatenato col fisico di un Cyborg e il cervello di un criceto, ma sopra a tutto era un grande atleta, coordinato e istintivo.

Quelle Aquile erano davvero forti, fisicamente e mentalmente. Giocavano campioni del calibro di Bob, Cloche, Fefe, Fava, Darione, Ferro, GP, Degio, Bobby, Stick, Zanca Sr. e Jr. e per infortunio avevamo perso Matteo Mantovani, ma che se ne stava in sideline a fare quello che poi è diventata la sua vocazione, allenava, anzi traduceva a tutti noi le idee di John Knight e di Guerrino Filippone che al tempo erano Head Coach e Defensive Coordinator.

 

Ed eccoci qui. Scesi dal pullman, appoggiate le borse in spogliatoio, fatto il classico giro di prova del campo per testare le scarpe da mettere e via che ci si va a cambiare. Iniziamo il riscaldamento e tutto pare andar bene, il meteo è ottimo, tanto sole e un pochino di brezza marina. Lo stadio incomincia a brulicare (non erano molti gli spettatori, ma essendo poco prima del Superbowl Italiano ce n’erano un pochino più del solito). Immancabile il pullman dei tifosi da Ferrara con la Mantovani’s Family che da sola urlava più di mezzo stadio.

Finalmente il calcio di inizio, l’adrenalina scorre nelle vene e il cuore batte impazzito.

Per le Aquile si mette subito bene, i due Workhorse Ladson e Ventorre macinano yards senza troppi problemi anche grazie ad una linea che apre buoni buchi. La partita sembra quasi “facile” e per chi di voi sa cosa significa una partita facile, si sta già toccando le palle. Eh si, infatti nel giro di breve ci troviamo in vantaggio di 2 TD, con la nostra difesa che non lascia molto spazio agli avversari, e con Coach Knight che giustamente martella con le corse. Finisce l’idillio in un lampo, un placcaggio davvero tosto su Cloche gli fa saltare il crociato e la partita cambia inerzia mentale, soprattutto perché per noi Cloche è un alieno, uno che non lo fermi nemmeno se gli spari, quindi vederlo uscire dal campo trasportato a braccia da Lele e Teo è dura da mandar giù. Coach Knight a quel punto ha una delle sue “brillanti” idee: Borra può giocare RB assieme a Bob Ladson, e continuiamo a martellare sulle corse! Sembra non faccia una piega il discorso, se non fosse che al momento dell’Huddle il buon Mark Brooks ci dice, Luca tu Fullback, Bob tu Tailback.

E qui apro una parentesi, e chi di voi ci conosce già sta ridendo, ma chi non ci conosce non può capire: io sono grosso come la coscia destra di Bob, quindi io davanti a lui non ci sto a fare nulla!

Nell’Huddle ci guardiamo stupiti io e Bob, e lui mi dice: Sta tranquill Bora, te dico io cosa fare!

Ed in effetti non servirono nemmeno molte parole di Bob, mi usava come scudo personale e mi accelerava contro gli avversari a suo piacimento, ovviamente macinando comunque le sue yards.

Finalmente la partita si stabilizza un pochino e arriviamo all’half time sul 21 a 8.

In spogliatoio John aggiusta un pochino la formazione dell’attacco e schieriamo un singolo RB per quasi tutto il secondo tempo.

In quella partita segnai anche un TD su ricezione, che mi costò pure un brutto fallo di reazione da parte di un difensore dei Seagulls che, dimenticatosi di marcarmi e preso dal nervoso, mi diede delle tacchettate mentre ero a terra in endzone!

Vincemmo 37-15 e ci sbronzammo sugli spalti dell’Italian Superbowl vinto e dominato dai Lions di Bergamo.

 

MVP della nostra finale, alla sua ultima partita con le Aquile (e forse l’ultima in assoluto), il grande BOB LADSON.

 

Quel weekend fu il più bello di tutta la mia esperienza di giocatore nelle Aquile Ferrara.

 

 

Luca Borra

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