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TEMPO DI BILANCI PER LE SQUADRE GIOVANILI DELLE AQUILE

TEMPO DI BILANCI PER LE SQUADRE GIOVANILI DELLE AQUILE

La stagione dei Duchi, la giovanile under 16 delle Aquile, si è conclusa a Milano al primo turno di playoff con la sconfitta contro i Rhinos. E’ stato comunque un campionato molto positivo, che ha segnato una vera e propria resurrezione del settore junior della società ferrarese. Le Aquile hanno infatti raggiunto anche le finali di Firenze con la squadra under 13, che tornerà in campo il prossimo 7 gennaio. Inoltre, una decina di giocatori under 19 hanno preso parte al relativo campionato con la maglia dei Doves Bologna. Un’autentica rivoluzione, se si pensa che nel 2015 si era allestito, non senza fatica, un solo team.
Ne parliamo con l’HC della under 16 Stefano Zucchelli.
D. Da dove nasce questa attenzione particolare sul settore giovanile?
R. La società quest’anno si è data l’obiettivo di costruire una nuova generazione di giocatori, partendo dal gruppo di ragazzi che da anni vincono nel flag football. C’è la consapevolezza che per competere ai massimi livelli nella IFL, che è quanto le Aquile si prefiggono, si debba costruire la squadra partendo da un nucleo forte di atleti nati e cresciuti sul nostro campo di allenamento. Dobbiamo imparare dal nostro passato, anche e soprattutto dagli errori commessi, per puntare al futuro.
D. Che tempi di maturazione prevedete per questo progetto?
R. Non possiamo e non vogliamo forzare le tappe. Un lavoro di ricostruzione tecnica che parte dalle giovanili – parliamo di ragazzi dai 12 ai 16 anni – richiede alcuni anni per poter avere un impatto significativo a livello senior. La costruzione di un giocatore di football, lo dico sempre, è un processo che richiede come minimo tre anni. Dopo questo limite si inizia veramente a capire dove un ragazzo potrà arrivare e come collocarlo al meglio in campo. Se continuiamo su questa strada, senza avere fretta, a mio avviso nel campionato senior 2019 avremo un gruppo di giocatori “autoctoni” in grado di fare la differenza.
D. Come avete preparato la stagione giovanile 2016?
R. Innanzi tutto, la società ha messo in campo un grosso sforzo economico. Occorreva rinnovare completamente il parco delle attrezzature di gioco, tenendo conto delle dimensioni fisiche di atleti molto giovani. Non è stato facile reperire le risorse. In secondo luogo, è stato approntato uno staff tecnico di grande esperienza. Oltre al sottoscritto ne fanno parte Brunetti, Golfieri, Ferrari e Sarto. La passione non ci manca, ma lavorare con questi ragazzi scalderebbe il cuore a chiunque. Infine, abbiamo dovuto svolgere un grande lavoro di reclutamento, per portare nuovi ragazzi al campo. In questo ci hanno aiutato sia la preziosa opera di diffusione nelle scuole di Zanardi che, a mio avviso, l’elevata qualità degli allenamenti. Si è sparsa la voce che facevamo le cose sul serio, e ha funzionato.
D. E i risultati non sono mancati…
R. Quando si lavora seriamente, succedono sempre cose buone. I monelli terribili di coach Brunetti, la under 13, si sono qualificati per le finali di gennaio. La squadra under 16, composta interamente da ragazzi alla prima esperienza con casco e pettorina, è approdata ai playoff dopo una stagione dal record vincente. Abbiamo lottato fino all’ultimo con team molto più esperti, facendogli vedere i sorci verdi. Anche i ragazzi della under 19 hanno fatto un’ottima figura nel loro campionato.
D. Peccato per l’eliminazione della “16” a Milano.
R. Abbiamo giocato con una squadra molto più esperta, ma il punteggio è stato in bilico fino all’ultimo. Un paio di errori ingenui ci hanno penalizzato, errori che con qualche partita in più sulle spalle probabilmente non avremmo commesso. Ma posso assicurare che c’è una forza particolare in questo gruppo, che ho visto poche volte. Chiunque abbia giocato con noi se n’è reso conto. C’è tanto talento, ma soprattutto c’è quello spirito di squadra, quella fratellanza tra i giocatori che, il giorno che sfocierà nella senior, farà grandi le Aquile. Ne sono sicuro al 100%, occorre solo non forzare le tappe e dare a questi ragazzi l’opportunità di continuare a crescere.
D. In fine, c’è qualche giovane atleta che si è distinto in modo particolare?
Le statistiche per ruolo del campionato sono dominate da giocatori dei Duchi. Abbiamo il miglior quarterback in circolazione, Golfieri, e il miglior runningback, Ferrari. Devo nominare anche i receiver Pedrazzi, Gardinale e Maccagnani, quest’ultimo è migliorato in maniera davvero impressionante. In difesa il lineman Zambelli, i linebacker Paganini e Zucchelli e il defensive back Sgambati. Ma abbiamo tantissimi altri giovani che hanno accumulato esperienza e che sono pronti a farsi notare. La costruzione di un giocatore di football, richiede tempo, impegno e soprattutto l’umiltà necessaria per imparare ad ogni allenamento.

mwf

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